“I am Aware – Sono consapevole”: è stato questo lo slogan che ha fatto da minimo comun denominatore alla giornata del 5 ottobre scorso, e che ha inaugurato “l’ottobre rosa”, il mese dedicato alla prevenzione del tumore al seno. Nell’occasione, le squadre del Mamanet si sono trovate a giocare contemporaneamente sui campi di tutto il mondo: da Israele agli Stati Uniti, dal Messico all’India. L’iniziativa è servita a sottolineare l’importanza della consapevolezza che “prevenire sia meglio che curare”, soprattutto per una patologia che, se diagnosticata in tempo, può portare ad una completa guarigione.
Nell’elenco dei Paesi che hanno aderito alla giornata di inaugurazione dell’ottobre rosa non è mancata l’Italia in cui si è giocato a Roma, Forlì, Firenze e Manfredonia, dove si è svolto un quadrangolare fra diverse squadre delle province di Foggia e di Lecce.
Il tam tam sui social ha fatto di questo evento “diffuso” un successo, come ormai spesso succede per le manifestazioni del Mamanet, uno sport relativamente nuovo, ma che sta prendendo rapidamente piede anche in Europa.
A Roma, sono state due le squadre a sfidarsi presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Tacito-Guareschi: il Free Time del Pigneto e il Vitinia Sport. «Le giocatrici sono donne perlopiù lavoratrici o comunque con figli a carico: cimentarsi in uno sport di squadra significa, per ognuna di loro, avere l’opportunità di confrontarsi, di far parte di un gruppo. E la storia dimostra ciò che le mamme sono in grado di fare, non solo dal punto di vista sportivo, quando fanno squadra», commenta Monica Zibellini, responsabile nazionale del Mamanet.
«Stasera ci troviamo in una palestra di un quartiere romano periferico, all’interno di una struttura municipale. Questo significa fare sport per tutti: lavorare, cioè, per l’inclusione e per rendere questi spazi anzitutto dei presidi di legalità», aggiunge Fabiano Cannamela, direttore del Vitinia Sport.
Paola Buonanni è una delle mamme-atlete presenti alla manifestazione: «Giocavo a pallavolo sin da quando ero giovanissima – spiega. Poi ho incontrato il Mamanet (che è un misto fra volley e cachibol, ndr), ed è stato amore a prima vista. Sebbene la pallavolo sia uno sport nobile, nel Mamanet è il clima che si respira ad essere diverso. Solidarietà e inclusione: sono questi i due cardini dello spirito del Mamanet. Le relazioni che qui si intessono vanno al di là del mero divertimento o della competizione sportiva: se una di noi ha un problema, ad esempio, le altre sono pronte a sostenerla, a darle conforto e, se possibile, aiuto materiale».
Anche per Massimo Minicucci, allenatore del Vitinia Sport nonché tecnico internazionale Mamanet, l’incontro con questa nuova disciplina sportiva è stato decisivo: «Provengo dal mondo del calcio a 5 femminile. Da quando ho conosciuto Mamanet, ho iniziato ad informarmi e ad approfondire. Sono così diventato tecnico internazionale e oggi giro per l’Italia facendo corsi di formazione per chi abbia voglia di cimentarsi in questo nuovo sport».
La partita fra le due squadre romane è stata molto equilibrata. Alla fine si è imposto il Free Time con il punteggio di 24-22; 15-21; 21-19. Ma a vincere sono state certamente tutte e tutti.
Nell’elenco dei Paesi che hanno aderito alla giornata di inaugurazione dell’ottobre rosa non è mancata l’Italia in cui si è giocato a Roma, Forlì, Firenze e Manfredonia, dove si è svolto un quadrangolare fra diverse squadre delle province di Foggia e di Lecce.
Il tam tam sui social ha fatto di questo evento “diffuso” un successo, come ormai spesso succede per le manifestazioni del Mamanet, uno sport relativamente nuovo, ma che sta prendendo rapidamente piede anche in Europa.
A Roma, sono state due le squadre a sfidarsi presso la palestra dell’Istituto Comprensivo Tacito-Guareschi: il Free Time del Pigneto e il Vitinia Sport. «Le giocatrici sono donne perlopiù lavoratrici o comunque con figli a carico: cimentarsi in uno sport di squadra significa, per ognuna di loro, avere l’opportunità di confrontarsi, di far parte di un gruppo. E la storia dimostra ciò che le mamme sono in grado di fare, non solo dal punto di vista sportivo, quando fanno squadra», commenta Monica Zibellini, responsabile nazionale del Mamanet.
«Stasera ci troviamo in una palestra di un quartiere romano periferico, all’interno di una struttura municipale. Questo significa fare sport per tutti: lavorare, cioè, per l’inclusione e per rendere questi spazi anzitutto dei presidi di legalità», aggiunge Fabiano Cannamela, direttore del Vitinia Sport.
Paola Buonanni è una delle mamme-atlete presenti alla manifestazione: «Giocavo a pallavolo sin da quando ero giovanissima – spiega. Poi ho incontrato il Mamanet (che è un misto fra volley e cachibol, ndr), ed è stato amore a prima vista. Sebbene la pallavolo sia uno sport nobile, nel Mamanet è il clima che si respira ad essere diverso. Solidarietà e inclusione: sono questi i due cardini dello spirito del Mamanet. Le relazioni che qui si intessono vanno al di là del mero divertimento o della competizione sportiva: se una di noi ha un problema, ad esempio, le altre sono pronte a sostenerla, a darle conforto e, se possibile, aiuto materiale».
Anche per Massimo Minicucci, allenatore del Vitinia Sport nonché tecnico internazionale Mamanet, l’incontro con questa nuova disciplina sportiva è stato decisivo: «Provengo dal mondo del calcio a 5 femminile. Da quando ho conosciuto Mamanet, ho iniziato ad informarmi e ad approfondire. Sono così diventato tecnico internazionale e oggi giro per l’Italia facendo corsi di formazione per chi abbia voglia di cimentarsi in questo nuovo sport».
La partita fra le due squadre romane è stata molto equilibrata. Alla fine si è imposto il Free Time con il punteggio di 24-22; 15-21; 21-19. Ma a vincere sono state certamente tutte e tutti.
Susanna Mantioni